Campobasso, in Italia, fu teatro di pesanti combattimenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nei mesi di ottobre e novembre del 1943 una battaglia tra le truppe tedesche e quelle canadesi per il possesso della città provocò la distruzione di numerosi edifici pubblici, tra cui il Municipio e gli archivi ivi conservati.
Nell’azione morirono trentotto civili, tra cui il vescovo della diocesi, mons. Secondo Bologna, e un numero imprecisato di persone rimasero ferite nell’intenso bombardamento. Queste foto in bianco e nero di Campobasso sono state scattate dopo la fine dei combattimenti, nel maggio 1944.
A Graham e RJ Richardson osservano le suore che passano sui gradini che conducono al castello di Campobasso. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
I neozelandesi osservano il paesaggio dalla collina del vecchio castello di Campobasso. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Le donne di Campobasso utilizzano ancora per il bucato l’antico lavatoio romano |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Truppe in prima linea in congedo a Campobasso parlano con i bambini del posto. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Impressione delle strade ripide e strette della vecchia Campobasso. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Donne locali che lavano i panni nell’antico lavatoio romano di Campobasso |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Truppe di prima linea neozelandesi in congedo a Campobasso, camminano con la gente del posto lungo un viale di pini, ognuno dei quali è stato piantato per commemorare un soldato italiano ucciso nell’ultima guerra. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Soldato neozelandese in congedo a Campobasso attira i bambini del posto. |
Foto in bianco e nero della vita quotidiana a Campobasso, Italia, nel 1944
Truppe neozelandesi in congedo incontrano un autista gharri per visitare Campobasso. |